Gennaio 2021. Avevo la macchina fotografica da dicembre, perciò era poco meno di un mese che avevo iniziato a scattare in modo “professionale”. Fu il regalo di Natale 2020! Prima di allora usavo il mio vecchio Samsung Galaxy A5 del 2017 e una vecchia Fujifilm bridge. Era arrivato il momento di fare un upgrade, ne sentivo proprio la necessità. Dunque, periodo natalizio, pieno inverno, Canon nuova fiammante, non aspettavo altro che una bella nevicata per uscire di prima mattina e fare quante più foto possibili sotto una fitta rete di fazzoletti bianchi. Non ho dovuto aspettare molto, finalmente la prima settimana di gennaio arriva la neve tanto attesa! Iniziò a nevicare la mattina presto e come nevicava!!! Uno spettacolo. Ovviamente il pensiero di rovinare la Canon c’era, e come se c’era. Comunque non mi sono fatta cogliere impreparata, pochi giorni prima avevo ordinato da Amazon uno di quei cosi impermeabili in cui inserire la macchinetta.
Orbene, attesi che tutto il paesaggio fosse bianco, che le strade fossero un tappeto bianco e soffice. Siccome sono previdente, avevo messo in bauliera il “kit neve”, perché non si mai, metti che nevica! Indossai il kit neve così composto: calzamaglie termiche prese su un sito cinese anni prima, calzini pesanti e alti, moon boot blu, pantaloni da sci neri, maglia a collo alto a maniche lunghe, felpa di pile a fiorellini bianca e nera, giacca da sci gialla, guanti a mezze dita, cappello nero e una bella sciarpona colorata. Ero pronta. Prontissima. Ovviamente avevo con me anche lo zaino impermeabile in cui riporre la macchina fotografica. Dato che non ero così sicura che fosse così impermeabile, allora presi un bel sacchetto della Conad e ci infilai dentro lo zaino. Rompendo un po’ la plastica in qua e là riuscii a mettermi il tutto nel modo più pratico possibile. Di prima battuta presi il cavalletto e mi misi sotto la neve a fotografare il paesaggio. Decisi che era giunto il momento di partire. Misi il cavalletto ad asciugare, infagottai sia me che la Canon e partii. Fotografai ogni angolo, ogni scorcio, partii dal Barucci e mi diressi su per una stradina di campagna verso il Bellavista. Volevo raggiungere il Duomo per avere una bella foto della valle circostante. Nevicava fortissimo. Sembravo una bambina che vede la neve per la prima volta col suo pupazzo e che lo porta con sé per fargli vedere ogni cosa. Saltellavo quasi, ramo di abete innevato? Foto. Muro pieno di neve con muschio? Foto. Vecchie sedie di legno scorticate? Foto. Scivolo, altalene innevate al Parco Bruno Buozzi? Foto. Arrivai al Duomo, una meraviglia. La sua posizione è eccezionale, mi misi difronte alla scalinata e da tanta meraviglia non sapevo dove posare lo sguardo. Adoro la neve, è uno di quegli eventi che mi crea una gioia interiore che solo poche altre cose riescono o forse nessun’altra.
Avevo le mani congelate, utilizzando dei guanti a mezze dita, le estremità erano rosse violacee e insensibili, ma era l’unico modo per utilizzare la Canon dato che dovevo fare movimenti ben precisi e di fino per non rischiare di far entrare la neve sui componenti. Non so quanto tempi rimasi lì, ma assai per rendermi conto che il crepuscolo si avvicinava e con lui un vento gelido assai fastidioso. La Canon era congelata, molto rischioso non essendo una macchinetta tropicalizzata, con certe temperature il rischio di rompersi o di avere malfunzionamenti è molto alto. Beh, mi sono ritenuta soddisfatta e ho intrapreso il cammino di ritorno.
Maria Chiara, Nevicata a Barga 2021